lunedì 20 agosto 2012

Le caprette fanno... ciao!


22 mesi + 5 giorni

Fotogramma tratto dal film Le quattro volte di M. Frammartino

Siamo davvero fortunati!

Al bagno che frequentiamo, proprio di fianco al nostro ombrellone, ci sono le prove concrete che la Resurrezione è verità. Maria Montessori, con qualche acciacco, poverina, fa compagnia a Giuseppina Pizzigoni che, sdraiata su un lettino, si gode i caldi raggi estivi. Poco lontano, Jean Piaget e Rudolf Steiner si sono offerti di far da cavalieri alla Festa della Birra alle sorelle Agazzi che si fanno aria, pudiche, con un ventaglio.

La compagnia dei più famosi pedagogisti ha sentenziato senza appello che i bambini – di ogni età, sesso e razza e perfino religione – fanno i capricci. E ahiahaiahahaahhhii!!! Anche Cico! Cico, anzi, è il re dei capricciosi!

Lo guardo e davvero non assomiglia a una capra, a parte quando è un po’ sudato che ha un certo odorino…
Capra?!?
Capra, capra!! Leggete qui!

CAPRICCIO: dallo spagnolo e portoghese capricho e dal francese caprice.
Voglia o idea, che ha del fantastico e dell’irragionevole, e per lo più nasce in modo subitaneo, per leggerezza di natura o per poca riflessione. Probabilmente da CAPRO, animale di bizzarra natura, di corto cervello, ovvero come se dicesse cosa inattesa che balza dal cervello, quasi un salto di capra.


A: Tesoro! Tesoro! Tesoroooo!! Dove sei?
[nessuna risposta]
A: Amore, dove sei?
B: Mmmmhhh…
A: Eh?!? Cosa dici?… Dai vieni, è ora!
B: Lasciami finire prima qui.
A: Ah, eccoti! Puoi finire dopo. Dai, che se no facciamo tardi.
B: E’ importante. Aspetta!
A: Ma su che è ora di uscire, ci aspettano per cena e non siamo ancora pronti!
B: Preparati prima tu, intanto vado un po’ avanti.
A: Ogni volta la stessa storia: faremo tardi ancora! Abbiamo già una pessima fama di ritardatari…
B: Che noiaaaa!! Un attimo!
A: Ma che un attimo, un attimo!! Subito vuol dire subito e le otto sono le otto per una cena. Non le nove!
B: Non gridare così! Arrivo!
A: Ultimatum alla Terra: tra cinque minuti io esco, se ci sei, bene! Se non ci sei, stai qui tutta la sera!
B: Ma io devo finireeee!!! Lo capisci sì o no?!?
A: No che non lo capisco, non lo capisco affatto! Hai avuto tutta la settimana per fare quello che volevi e adesso, per una volta che abbiamo un appuntamento, devo aspettarti ancora!
B: Aaaahhhaaaahhhh!!!! E va bene, va beneee!!! Vengo!! Ufffiiiii!!!
A: E non gridare! E non mettere il muso! I soliti capricci! Lo sapevi che dovevamo uscire!!

[escono]


Chi sono A e B?

Probabilmente l’ultima battuta vi indurrà a pensare che A è una mamma (o un papà) molto puntuale e B è suo figlio (o figlia) che sta giocando e che non vuole smettere… cioè in poche parole sta opponendo un’ostinata resistenza alle lecite richieste genitoriali. Insomma non vuole uscire. Non adesso almeno. Non subito.
E se quell’aaaaaaahhhhaaaaahhh!!!! si interpretasse come uno scoppio di pianto, potrebbe durare diversi minuti. Potrebbe provocare un’apnea e poi uno svenimento. Uno spasmo affettivo, come si legge qui.
Quello che non mi convince affatto, come mamma di un Cico molto affettivo, è che questi si possano etichettare come capricci, anzi come Supercapricci, come si legge qui.
E che il massimo delle soluzioni possa essere quello di ignorarli. Molto saggio, davvero!

Torniamo un attimo al dialogo.

Se A fosse un genitore, ma B non avesse 5 anni (dato che sa già parlare), ma 16 e fosse uno studente che prepara l’interrogazione del lunedì? Certo che non avrebbe uno spasmo affettivo, piuttosto manderebbe “affettivamente-a-fan****” il suo genitore rompiscatole. Ma non si parlerebbe comunque di capricci. E neanche di Supercapricci. E, con un po’ di esperienza nel campo, mi verrebbe da dire che alla fine B la spunterebbe e se ne starebbe a casa a studiare e a farsi i fatti suoi.

Mentre il cinquenne, in assenza di baby-sitter, non avrebbe nessuna democratica possibilità di scelta. Seguirebbe i genitori e abbandonerebbe il gioco che sta facendo.

Se vi dicessi che A è una moglie che sollecita il marito B che sta ancora lavorando il sabato sera e, guardando l’ora, sa che faranno tardi con gli amici?
Se vi dicessi che A è un marito che sollecita la moglie B che, immersa nella lettura del suo romanzo preferito, non ne vuole sapere di uscire prima di essere arrivata alla fine del capitolo?
Certamente, chiunque siano A e B da adulti, lo scambio finale di battute ci fa pensare che A sia una persona molto nervosa e anche un po’ opprimente. E forse non invidiamo B che lo/la ha sposato/a.

Se invece ammettiamo che B sia un bambino, allora A diventa subito la persona che può permettersi qualsiasi richiesta, qualsiasi tono di voce e qualsiasi maniera forte. E oltretutto può anche definire moralmente sbagliata (un capriccio, appunto) una sterile protesta di un bambino cattivo e poco collaborativo.

Meno male che quasi nessuno mette più in discussione che il lavoro del bambino è il gioco! Il gioco, non il giocattolo! Dove il gioco è qualsiasi attività in cui il bambino si impegna a fondo con la massima attenzione e la massima volontà di apprendere: dal raccogliere sassi da terra passando per il travaso della pasta cruda dal sacchetto al pavimento, per arrivare infine allo svuotare i cassetti.

Se ci crediamo, forse dovremmo essere più rispettosi di un essere umano che tutti i giorni, più volte al giorno, fa esattamente quello che vogliamo noi. E, cosa ancor più degna di nota, lo fa pensando che siamo le migliori persone del mondo, i suoi genitori, appunto.

E se B protestasse, debolmente o violentemente (come accade con gli spasmi affettivi), sapremo comportarci in modo propositivo e non impositivo?

Sarà meglio che cominciamo a pensarci subito, dato che, come sospirano i miei pedagogisti della spiaggia, gli anni volano e non è così facile gridare contro un adolescente più alto di noi.


5 commenti:

  1. Secondo me che un bambino decida di svenire è assurdo. I BAMBINI fanno i capricci ma Si può anche insegnare loro a farne meno. Spesso li fanno perché non trovano altro modo di esprimersi, mancandogli la padronanza linguistica e il controllo di sé. Si puo aiutarli, Con tanta pazienza e soprattutto non concedendo loro ciò che vogliono se esprimono la propria volontà mediante capriccio. I bambini hanno bisogno di tante piccole regole.

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  2. Grazie del tuo commento e della tua riflessione, caro/a Anonimo.
    Mi piace quello che dici rispetto al fare a meno dei capricci: in un libro che amo molto, l'autrice, Martha Welch, racconta che alcuni comportamenti che noi consideriamo scontati - come la proverbiale ostinazione dei bambini intorno ai 2 anni - non si manifestano nei figli di popolazioni che attuano per tradizione culturale comportamenti di stretto contatto psico-fisico.

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  3. anch'io voglio una capra... in insalata!

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  4. Cara C. Sei un genio! A voce ti spiegherò perché. Stiamo tornando :-)
    M.

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  5. Caro Anonimo M,
    ;-)
    addirittura un genio?!?
    Che dire?
    Grazie!
    Buon rientro!!

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