martedì 31 gennaio 2012

Entrata libera

15 mesi e mezzo


"Dobbiamo lavorare oggi per fare in modo che il cibo per i nostri bambini sotto i sette anni diventi un momento di gioia e di condivisione.
Dobbiamo lavorare oggi sul bambino, perché l'adolescente che verrà non cada nella pericolosa spirale dell'anoressia. E non è un problema solo delle ragazze, anzi!
Uso il verbo lavorare per farvi capire che serve un'azione e non servono i discorsi. State certi che dicendo a un bambino di quattro anni: "Mangia!" quasi sicuramente non mangerà".

"Che lavoro possiamo fare con i bambini piccoli?
Che la cucina sia sempre un locale aperto per loro.
La porta della cucina deve essere spalancata mentre noi siamo dentro la stanza a preparare i pasti.

Che i bambini stiano con voi mentre cucinate:
  • a 6 mesi a guardare dal seggiolone con in mano il cucchiaio di legno
  • a 8 mesi a gattonare liberamente sul pavimento
  • a 1 anno a togliere e rimettere le pentole da un cassetto
  • a 2 anni a guardare il forno mentre cuoce la torta e a tuffare le mani nel riso che state per bollire
  • a 3 anni a aiutarvi a ordinare la spesa e a lavare la frutta in una bacinella
  • a 4 anni a spalmare la marmellata o il burro sul pane e a rimescolare gli impasti
  • a 5 anni a tagliare zucchine e carote e a impastare la farina per fare i biscotti
  • a 6 anni a apparecchiare la tavola e a affettare il pane
  • a 7 anni a farcire la pizza e fare il caffé

Permettere a un bambino di 4-5 anni di toccare cibi, ingredienti e incarti è molto più significativo per lui che fare un puzzle o azzuffarsi con i coetanei.
Permettere a un bambino di 6-7 anni di muoversi con voi in cucina, osservarvi e lasciare che prenda parte ad alcune delle attività che voi state svolgendo, è molto più significativo per lui di mezz'ora di lettura".

Luciana Pederiva,
maestra di asilo steineriano

giovedì 26 gennaio 2012

Farina tipo 0

15 mesi + 10 giorni


Non voglio passare per la rompina di turno che non è nel mio stile e neanche desidero essere considerata una che "se le va a cercare" e meno che mai una mamma paranoica. La premessa è per dire che il valore (leggermente) alterato degli esami del sangue di Cico continua a ronzarmi in testa; se poi metto insieme tutti i dettagli delle varie facce che Cico ha al mattino in base a quello che ha mangiato la sera prima, il ronzio si fa ancora più forte.

Mi sono consultata con Francesca che, prima ancora che cugina e farmacista, è una amica simpaticissima e generosa che mi offre tantissimi consigli. Ho deciso quindi di fare una sorta di esperimento, questa volta nel mio stile. Cioè?

Avete in mente i libri di diete di Tizio e di Caio che, come premessa, ti dicono di aprire la dispensa e buttare via tutto e poi ricomprare ex novo? Mi sembrano consigli assurdi, un po' perché non sono etici in questi tempi di risparmio, un po' perché non fanno bene all'equilibrio psico-fisico: una persona o una famiglia, secondo me almeno, non posono cambiare abitudini alimentari dalla sera alla mattina.

Così ho deciso di provare a usare la farina di tipo "0", un po' meno raffinata di quella di tipo "00". Alcune marche la chiamano manitoba o farina americana. Vi confesso che questa è una prima grande sgrossatura in tema di farine, argomento che andrebbe studiato a fondo, perché le farine sono di tantissimi tipi. La più brava di noi food blogger è Daniela, celiaca, che, con un gruppo di amiche, scrive tutti i suoi consigli sul tema delle farine e dà le dosi giuste per fare le miscele e ottenere un prodotto simile, nell'utilizzo, alla farina "00". Se siete curiosi, date un'occhiata a Cucina senza glutine.

Poiché la farina tipo "0" è particolarmente adatta a cucinare dolci e torte lievitati, complice una cara amica che mi ha regalato un bidoncino da 1/2 chilo di marmellata di lamponi del Trentino, ho riaperto il mio quaderno di ricette per fare la prima della lista, la Torta di Linz, che appuntai nel lontano 1998, proprio in Alto Adige. La ricetta doc prevede l'uso della marmellata di ribes rosso, ma a me pare troppo aspra, specialmente se c'è un Cico in casa.

Cico ha storto il naso al primo assaggio, ma nel pomeriggio successivo ha addentato il suo quadrotto con una faccia di beata felicità. E io me ne sono andata al cinema da sola, di pomeriggio, proprio come ai vecchi tempi a vedere....

... Midnight in Paris di Woody Allen, Usa-Francia 2011
Sto ascoltando pareri discordanti su questo film che a me è parso invece molto romantico, ma con quel pizzico di citazionismo colto che ogni tanto ci vuole se non è eccessivo. Insomma ve lo consiglio, poi mi farete sapere che cosa ne pensate.
Avrete l'occasione di assistere al ritratto della Parigi degli anni Venti con la partecipazione eccezionale di Hemingway, Dalì, Picasso, Bunuel, Fitzgerald e tantissimi altri. Per ricordare i bei tempi in cui eravate universitari colti, sfaccendati e pieni di ideali.



LINZERTORTE

Ingredienti:

300 gr di farina tipo "0"
200 gr di burro
200 gr di zucchero
200 gr di mandorle con la buccia
2 uova
mezza bustina di lievito
1 cucchiaino raso di cannella
1 cucchiaino raso di chiodi di garofano in polvere
marmellata di lamponi (tanta, io ne ho usato mezzo chilo)

Procedimento:

Tritare in polvere fine le mandorle con la loro pellicina scura. Impastare velocemente gli ingredienti (tranne la marmellata, of course!), formando una palla che deve riposare in frigorifero per almeno mezz'ora.

Stendere l'impasto su un foglio di carta da forno infarinato, senza alzare i bordi. Trasferire il foglio sulla teglia del forno. Ricoprire con la marmellata sciolta in po' di acqua tiepida. Formare delle strisce con un po' di pasta avanzata e disporle a grata.

Cuocere in forno già caldo a 180° C per circa 40 minuti.

Quando la torta è fredda, tagliarla a quadrotti e spolverizzare leggermente di zucchero a velo.
E' molto più buona il giorno dopo!


sabato 21 gennaio 2012

Ma... Che forte!

15 mesi + una manciata di giorni
 

Mentre Cico alterna giorni di appetito felino a giorni ascetici, a seconda di quanto gli fanno male i denti, la rivista on line Che forte! mi ha proposto un'intervista sui miei esperimenti di cucina, cinema e... filosofia autosvezzante.
Alle soglie del loro primo compleanno come giornaliste in rete, Simona, Sabrina e Francesca, autrici e fondatrici del sito, mi hanno riservato un posticino nella loro sezione Libri e interviste utili. La cosa mi onora e mi ha anche spinto a rivedere la scelta di autosvezzare Cico attraverso l'occhiale del talento, cioè l'anima stessa del progetto di Che forte!
Il talento è quello dei bambini e dei loro genitori, per potenziare il quale le tre amiche e il resto della redazione mettono a disposizione consigli, spunti, curiosità nei vari ambiti di interesse sociale, culturale e psicologico.

La domanda che mi sono fatta prima di rispondere alla loro intervista è stata: l'approccio con il cibo può essere creativo?

In libreria ci sono decine di manuali e libri di ricette per dare una nota artistica alle portate dei bambini: pizze con le facce di animali, dolci a forma di trenini e bamboline, biscotti "funny" e piattoni di frutta e verdura da far invidia ai più famosi pittori. Sono tutti simpatici escamotage che, per la mia esperienza, piacciono ai bambini già grandi che mangiano volentieri.
Cico è troppo piccolo per apprezzare la cucina figurativa. Nel suo caso, tuttavia, l'autosvezzamento stesso è stato fonte di creatività.

Quali sono, per così dire, le doti richieste ai genitori per praticarlo e che si sviluppano strada facendo?

- pazienza
- fiducia
- buon gusto (e buon sapore!) in cucina
- abilità "tecnica" nell'abbinare varietà e qualità dei cibi
- progettualità a lungo termine
- capacità di attesa
- capacità di andare controcorrente

Non sono forse le stesse potenzialità degli Artisti con la A maiuscola?

Che cosa acquisiscono invece i bambini autosvezzati?

- esperienze tattili e sensoriali
- miglioramento della manualità fine per prendere i pezzetti di cibo
- capacità di chiedere il cibo
- sviluppo delle abilità sociali e relazionali grazie allo stare a tavola con la famiglia
- concentrazione
uso dei materiali fragili (vetro, porcellana)
- capacità di scelta

Un'esperienza significativa, dunque, indipendentemente da una più o meno scenografica presentazione delle portate.

Questi due piccoli elenchi che mi sono appuntata riassumono bene anche l'obiettivo di Che forte! che invita i lettori prima di tutto a fermarsi a osservare i nostri figli. Le loro capacità e il loro temperamento ci stupiranno, ci dicono le autrici. E' vero.
Mi ricordo della prima sera di Cico di sei mesi a tavola con noi. Sembrava distaccato, lontano dalla scena nuova a cui prendeva parte. All'inizio avrei voluto richiamare la sua attenzione su di noi. Per fortuna non l'ho fatto. Mi sono limitata a guardare meglio. Mi sono accorta che stava fissando il bicchiere del papà. Aveva capito che si poteva vedere attraverso il vetro, perché al di là c'era il riflesso della mia mano appoggiata alla tovaglia. Ha alzato gli occhi e mi ha sorriso.
Con questo ricordo in mente ho risposto alle domande dell'intervista che potete leggere qui.


 

sabato 14 gennaio 2012

Due chiacchiere tra amici

allo scoccare dei 15 mesi


Un post rapidissimo prima di infilarmi sotto le coperte, perché muoio di sonno.
Un post brevissimo per dire che, sul finire del quindicesimo mese di vita, Cico ha fatto una merenda con le chiacchiere regalate dal nonno.
Non ne ha voluta una striscia, ma tutte e tre le strisce unite e ben spolverizzate di zucchero a velo... Rosicchiava la chiacchiera come uno scoiattolo con la ghianda, impegnatissimo in un gorgheggio in cui, evidentemente, esaltava le sopraffine virtù del dolcetto.
Non c'è niente da fare: in questo momento è un patito dei dessert , accompagnati da ettolitri di latte.
Non mi assomiglia.
Forse, è meglio così!
Vorrei sapere, e chiudo, chi ha detto la panzana che chi ama i dolci è grasso.
Secondo me è vero il contrario! Buonanotte!
...
Ah, già! Volete un film, giusto? Eccolo:

Le donne del sesto piano di Philippe Le Guay, Francia 2011
Una commedia davvero garbata adatta al fine settimana. Una Parigi pre-Sessantotto dove convivono Francesi doc, un po' in grisaille e un po' snob, domestiche spagnole immigrate per salvarsi dal regime di Franco, mogli impeccabili che alla fine trovano le vere se stesse. Un film per due chiacchiere tra amici.


domenica 1 gennaio 2012

Rime per il 2012

Prosegue quest'anno la nostra avventura
Che del blog Cico, a tavola!! è l'anima pura.


Libertà e giudizio da tempo concessi
Saranno la base di molt'altri progressi.


Pasta, risotto, gnocchi e budino:
Non più con le mani, col tuo cucchiaino!


Faremo una prova con la forchetta
E potrai forse mangiare più in fretta.


L'amico coltello che tanto ti piace
Avrai anche tu, se sarai capace.


Quest'anno poi avrò bisogno d'aiuto
Nel versar l'olio dentro l'imbuto.


Con gli stampini taglieremo i biscotti
E nel forno vedremo se sono cotti.


La salvia e la menta del nostro balcone
Tu annuserai nella bella stagione.


Nei prati una Coca dalla borraccia,
In spiaggia un cestino con la focaccia.


Il quindici ottobre vedrai che, senza affanno,
Spegnerai la candela del tuo compleanno!


Se ti svelerai grande mangione
A Natale champagne e panettone.


Se a tavola andrai con poco appetito
Potrai almeno dire: “Scendo! Ho finito”.


Se mangi o digiuni,
Se salti i legumi,
Se rinunci alla carne o solo alle creme
A me poco importa, purché stiamo insieme!



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