lunedì 1 settembre 2014

Il giovane favoloso - Speciale Venezia 2014

46 mesi e mezzo


Così ho pensato di andare fino alla Grotta,
in fondo alla quale, in un paese di luce,
dorme, da cento anni, il giovane favoloso.
Anna Maria Ortese


Elio Germano in Il giovane favoloso

Il titolo della film rimanda al racconto Pellegrinaggio alla tomba di Leopardi, tratto dalla raccolta Da Moby Dick all'Orsa Bianca - Scritti sulla letteratura e sull'arte (Adelphi, 2011) di Anna Maria Ortese.
Ed è in effetti un Leopardi nuovo quello che si vede nel film di Mario Martone, ma che soprattutto si fa ascoltare. Come se fossero pensieri del Conte Giacomo sentiamo infatti brani dei suoi idilli e delle opere più note, lo Zibaldone e le Operette Morali, nella convincente interpretazione di Elio Germano. Questo film, di molto superiore al precedente del regista, Noi credevamo, fa onore alla memoria del poeta di Recanati, soffocato da programmi scolastici e spiegazioni inadeguati.
Una colonna sonora di brani d'opera - Rossini soprattutto - e di inediti del compositore tedesco Sascha Ring illustrano il mondo interiore di Leopardi, vitale, ribelle, arguto, in netto contrasto con l'ambiente soffocante in cui vive, in famiglia prima, ma anche successivamente, deluso dall'amore non corrisposto di Fanny che gli preferisce l'amico Ranieri.
Il film ha il pregio di non essere solo un biopic enumerativo di date, luoghi ed opere, anzi non vi si troveranno quasi riferimenti al dato storico. Il giovane favoloso è piuttosto il grande affresco di un animo sensibile, anzi sensitivo, che vive in profondo contatto con il mondo che lo circonda, con la natura e con se stesso.

Isabella Ragonese, Elio Germano ed Edoardo Natoli in Il giovane favoloso

La sceneggiatura accenna solo in parte alla primissima educazione dei fratelli Leopardi che avvenne in modo molto simile a quella di Mozart e per certi versi anticipatrice delle future libertà montessoriane, per concentrarsi sul senso di oppressione di una piccola città di provincia, di una famiglia devota allo Stato della Chiesa e alle sue leggi, che non sa di aver liberato le menti straordinarie dei propri figli, tutti dotati ed eclettici, desiderosi di proseguire le loro vite e andarsene.
Solo Giacomo avrà questo privilegio, conquistato a caro prezzo, e vedrà Milano, Firenze, Napoli e i dintorni di Pompei e Torre del Greco. Dentro di lui matura una raffinata concezione intellettuale, libera e moderna, che lo porta inevitabilmente al rifiuto dei salotti. Eppure prosegue nella sua scrittura, lottando tenacemente contro atroci dolori alla schiena, continuando a credere nell'amore, nonostante tutto.
Un film bello da vedere con scorci meravigliosi di paesaggi affascinanti, aspri e ricordi d'infanzia consolatori che sempre sono vivi nella memoria del poeta. Un film bello da ascoltare, seguendo il filo delle voci, raffinate come la recitazione di tutti gli interpreti. La sensazione è quella di comprendere finalmente un uomo e un artista. Il tentativo di aprire uno squarcio nell'anima di Leopardi è perfettamente riuscito.
Elio Germano e Michele Riondino in Il giovane favoloso

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