sabato 21 gennaio 2012

Ma... Che forte!

15 mesi + una manciata di giorni
 

Mentre Cico alterna giorni di appetito felino a giorni ascetici, a seconda di quanto gli fanno male i denti, la rivista on line Che forte! mi ha proposto un'intervista sui miei esperimenti di cucina, cinema e... filosofia autosvezzante.
Alle soglie del loro primo compleanno come giornaliste in rete, Simona, Sabrina e Francesca, autrici e fondatrici del sito, mi hanno riservato un posticino nella loro sezione Libri e interviste utili. La cosa mi onora e mi ha anche spinto a rivedere la scelta di autosvezzare Cico attraverso l'occhiale del talento, cioè l'anima stessa del progetto di Che forte!
Il talento è quello dei bambini e dei loro genitori, per potenziare il quale le tre amiche e il resto della redazione mettono a disposizione consigli, spunti, curiosità nei vari ambiti di interesse sociale, culturale e psicologico.

La domanda che mi sono fatta prima di rispondere alla loro intervista è stata: l'approccio con il cibo può essere creativo?

In libreria ci sono decine di manuali e libri di ricette per dare una nota artistica alle portate dei bambini: pizze con le facce di animali, dolci a forma di trenini e bamboline, biscotti "funny" e piattoni di frutta e verdura da far invidia ai più famosi pittori. Sono tutti simpatici escamotage che, per la mia esperienza, piacciono ai bambini già grandi che mangiano volentieri.
Cico è troppo piccolo per apprezzare la cucina figurativa. Nel suo caso, tuttavia, l'autosvezzamento stesso è stato fonte di creatività.

Quali sono, per così dire, le doti richieste ai genitori per praticarlo e che si sviluppano strada facendo?

- pazienza
- fiducia
- buon gusto (e buon sapore!) in cucina
- abilità "tecnica" nell'abbinare varietà e qualità dei cibi
- progettualità a lungo termine
- capacità di attesa
- capacità di andare controcorrente

Non sono forse le stesse potenzialità degli Artisti con la A maiuscola?

Che cosa acquisiscono invece i bambini autosvezzati?

- esperienze tattili e sensoriali
- miglioramento della manualità fine per prendere i pezzetti di cibo
- capacità di chiedere il cibo
- sviluppo delle abilità sociali e relazionali grazie allo stare a tavola con la famiglia
- concentrazione
uso dei materiali fragili (vetro, porcellana)
- capacità di scelta

Un'esperienza significativa, dunque, indipendentemente da una più o meno scenografica presentazione delle portate.

Questi due piccoli elenchi che mi sono appuntata riassumono bene anche l'obiettivo di Che forte! che invita i lettori prima di tutto a fermarsi a osservare i nostri figli. Le loro capacità e il loro temperamento ci stupiranno, ci dicono le autrici. E' vero.
Mi ricordo della prima sera di Cico di sei mesi a tavola con noi. Sembrava distaccato, lontano dalla scena nuova a cui prendeva parte. All'inizio avrei voluto richiamare la sua attenzione su di noi. Per fortuna non l'ho fatto. Mi sono limitata a guardare meglio. Mi sono accorta che stava fissando il bicchiere del papà. Aveva capito che si poteva vedere attraverso il vetro, perché al di là c'era il riflesso della mia mano appoggiata alla tovaglia. Ha alzato gli occhi e mi ha sorriso.
Con questo ricordo in mente ho risposto alle domande dell'intervista che potete leggere qui.


 

4 commenti:

  1. Complimenti, mi sembra davvero un bellissimo riconoscimento!! Avanti tutta! :-)

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  2. ...e mi sei sembrata particolarmente ispirata nel raccontarlo ricordando, ad esempio, come Cico guardava attraverso il bicchiere. L'osservazione e i
    dettagli sono TUTTO :-)

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  3. @ Micol: in questo mi sei maestra! E, a proposito di dettagli, un augurio "on line" a Martino per il traguardo del primo... lustro!

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