Ecco una bella scheda delle scuole che ho visitato quest’anno per Cico. Forse mi tornerà utile per la scelta dell’anno prossimo:
Scuole dell’Infanzia comunali
Ne ho visitate
5
Mi è piaciuto
Difficile dirlo. Forse gli spazi piuttosto ampi in quasi tutte le strutture, spesso nuove, e forse una certa mescolanza culturale. (In centro città? Seeehhh, raccontatelo a chi abita in periferia che confronto mirabile fa 1 bambino extra-comunitario ogni 3 classi). Qualche pregio umano (proprio a voler grattare) da attribuire a bidelle e segretarie.
Non mi è piaciuto
Nessun pregio educativo o metodologico.
Maestre stanche e nervose che trattano male i genitori e urlano con i bambini.
Abilità d’ingresso su cui non si transige, nell’ordine:
- abbandono del pannolino
- autonomia a tavola
- autonomia nel vestirsi/svestirsi
- capacità di farsi comprendere e di comunicare le proprie necessità.
(Una laurea in economia, no?!? Tipiche richieste del centro città).
Pregrafismo con quaderno e biro: aiutoooo!!!
Parola d’ordine: disciplina.
Perché non ho iscritto Cico
Data la diffusa tendenza a giocare a scaricabarile, cioè a demandare a qualcun altro la presa in carico di ogni difficoltà, Cico verrebbe segnalato immediatamente ai servizi sociali per:
- dietistica
- logopedia
- psicomotricità
- salute mentale
- pronto intervento genitori irresponsabili e conseguente arresto dei medesimi per favoreggiamento all’infanzia ribelle.
Scuole dell’Infanzia
private cattoliche
Ne ho visitate
3
Mi è piaciuto
Il bello è vedere le mamme extra-comunitarie che spendono una mensilità di stipendio in CD con filastrocche e canzoncine italiane per integrarsi al meglio, orripilate dalle scuole comunali, chiedere sconti sulla retta dell’asilo cattolico anche se sono buddiste, accettando le 2 ore settimanali di religione.
Non mi è piaciuto
Il brutto è che le scuole private cattoliche seguono lo stesso identico metodo di quelle pubbliche. In più ci sono servizi integrativi, mense migliori, giardini e attenzione al singolo, ma con lo stesso approccio didascalico. In un asilo che ho visitato c’è il corso di storia dell’arte formato bebé! Tra qualche anno proporranno un’infarinatura di latino e greco?!?
Perché non ho iscritto Cico
Se il metodo è lo stesso, perché devo anche pagare la retta per essere segnalata al pronto intervento genitori irresponsabili?
Asilo steineriano
Ne ho visitati
2
Mi è piaciuto
E’ una finestra spalancata sul giardino incantato dell’infanzia. Poesia e meraviglia ovunque, colori caldi, profumo di legno e di pane che cuoce in forno (fatto dai bimbi), note della lira suonate dalle maestre, bulbi in vaso e narrazioni di fiabe. Addirittura grembiulini personalizzati con il colore più adatto a ciascuno. Il metodo? Semplice! Dalla fantasia alla realtà, dalla manualità all’astrazione. Gradualmente. E’ molto bello il fatto che non è mai troppo tardi. Per crescere, per imparare. Ogni cosa a suo tempo. Grande attenzione all’elemento del sacro e della festività.
Non mi è piaciuto
Richiede un impegno serio nel proseguire a casa con lo stesso stile dell’asilo. In particolare il rispetto di orari regolari per le attività dei bambini (si inizia presto, alle 8 in classe) la messa al bando per i più piccoli di molti oggetti, materiali o proposte d’uso comune: la plastica, la bicicletta, lo sport precoce, le lingue straniere all’asilo, l’educazione audiovisiva fatta con strumenti tecnologici (libri, tv, dvd, computer, cd, playstation), tutti i derivati dal petrolio nel cibo e nell’abbigliamento. Se sgarri, sei fuori.
Perché non ho iscritto Cico
Faticoso (anche se c’è da domandarsi: e se fosse giusto?). Faticosissimo per una coppia di liberi professionisti senza orari. Cico è comunque troppo piccolo: di solito l’asilo steineriano inizia a 4 anni.
Case dei Bambini Montessori
Ne ho visitate
2
Mi è piaciuto
Il laborioso mondo dei bambini al lavoro. Esatto, al lavoro! Qui non si gioca, si fa sul serio: si apparecchia, si sparecchia, si lava, si asciuga, si spolvera. In autonomia e libertà. E se qualcuno, in autonomia e libertà, si interessa al mondo delle lettere e dei numeri, scoprirà che essi fanno parte del mondo reale: il numero è quantità, è il sasso, la perla dorata. La lettera è carattere a stampa, con peso, altezza, volume, suono. Molta attenzione al gusto del bello e dell’ordine.
Non mi è piaciuto
Oserei dire che è tutto perfetto. L’unico difetto forse è che non si può aiutare il bambino, non in modo peloso, almeno. Perché aiutiamo i nostri figli, di solito? Perché non facciano disastri che poi noi dobbiamo riparare. O perché sotto sotto pensiamo che da soli non ce la faranno mai (quindi non sono persone di valore, ma di serie B). Qui ognuno è messo nelle condizioni di sbrogliarsela da solo. Se ha bisogno, chiede e riceve aiuto. E difatti non succede nessun disastro!
Perché non ho iscritto Cico
Benché questa sia la scuola della precoce autonomia per eccellenza, si tiene conto della storia psicologica e “neonatologica” del bambino. Cico, benché considerato l’allievo ideale per molti aspetti, è troppo piccolo per una realtà così indipendente. Per ora!
Scuola dell’Infanzia Nuova Educazione
Ne ho visitata
1
Mi è piaciuto
Una scuola piccola e pacifica che conoscono in pochi. E’ una scuola “utilitaristica” (definizione della direttrice), cioè prende a prestito dagli altri metodi pedagogici solo il meglio e lo usa a vantaggio dei bambini. Molto colore a tempera, disegno di forme e manualità su modello steineriano, così come l’attenzione alla spiritualità; alcune attività montessoriane (l’affidamento incarichi, per esempio) e, peculiarità del metodo, coinvolgimento diretto dei genitori nella didattica. Dal Texas sono venuti alcuni insegnanti per prendere spunto. Vi sembra poco?
E’ molto incentrata sulla dimensione sociale e di gruppo. Un aspetto interessante, ma, se portato all’estremo, potrebbe diventare una zavorra. In questa scuola iniziare in corso d’anno o l’anno successivo è un problema, perché si perde la dimensione fondativa del gruppo. D’accordo. Ma quante volte il bambino “viene da fuori” e poi si integra alla perfezione?
Perché non ho iscritto Cico
Ho notato un certo atteggiamento costrittivo: il bambino non può esimersi dal fare le attività proposte. Ok, ma sono state indagate le ragioni di questo “non volere”? La spiegazione delle maestre è che si tratta pur sempre di una scuola, benché dell’infanzia.
Ecco, direi che Cico ci sta già un po’ strettino…
Vorrei spendere una nota finale sulle refezioni scolastiche: nelle Scuole dell’Infanzia comunali, la spesa maggiore che i genitori affrontano è proprio la retta della mensa. Ci si aggira sui 700 euro l’anno, destinati ad aumentare con il prossimo anno educativo (a meno che non si chieda l’esenzione parziale o totale), per consumare i pasti del mezzogiorno e le due merende che vengono portate da fuori, dalle varie aziende che hanno vinto l’appalto con il Comune o con la Direzione Mensa (come accade in Nuova Educazione). Le porzioni sono calcolate sul bambino più mangione, in modo che chi ha un sano appetito non si trovi con il “buco” allo stomaco prima della fine dell’orario. Questo significa che, nella stragrande maggioranza dei casi, i vassoi verranno riportati in cucina non finiti e il cibo buttato. Anche perché, basta fare delle piccole interviste ai bambini stessi, di solito non si tratta di raffinati sapori da ristorante. Non ho dubbi in merito al fatto che l’appetito di Cico viva periodi di fortissimo calo, per non parlare di digiuno in occasioni non rare. Vi pare possibile che non si possa trovare una soluzione più economica ed ecocompatibile? Ci ha provato la Russia, dove esperti di pedagogia steineriana norvegesi sono andati a proporre di riportare la cucina interna agli asili. Di più. Interna alle singole classi d’asilo. Un successo enorme, innanzitutto economico per lo stato e le famiglie, poi per i bambini che avevano cibo migliore a disposizione, infine per le maestre che potevano impegnare i bambini nelle attività di cucina con grandi risvolti per la precisione del gesto, la pulizia, la dimensione conviviale, il calcolo delle quantità. Eh… già! Ma così facendo, dove va a finire il tempo per il pregrafismo dell’alfabeto greco con penna a biro su quaderno a quadretti?
Grazie!!!
RispondiEliminaNoi adesso siamo in un nido comunale, nulla di chè, ma devo dire che mi piace e che spesso mi ha mostrato una piccola grande verità: che non posso sempre selezionare le influenze che raggiungono la mia bambina, perché il mondo è vasto e la sua vita è già la Sua vita.
Detto questo però ti confesso anche che sono un po' in ansia per quando sarà il tempo della "materna", al pensiero di 28 bambini con un educatore, lasciati allo stato brado per tutto il giorno mi si rivolta lo stomaco... ed è solo l'inizio, se penso alle elementari sto ancora peggio!
Ma va bene, troverò una soluzione alternativa, per ora sto pensando a una scuola libertaria... vediamo...
Mmmhhh!!! bella la scuola libertaria! ce ne sono tante in spagna! conosci francesca, marc e la Escoleta?http://ioemarc.blogspot.it/2011/10/riflessioni-sulleducazione-libera-di.html?m=1
EliminaSi, da poco la sto leggendo!!! Mi piace :)
EliminaP.S.
RispondiEliminaUna precisazione... naturalmente sarei super felice di mandarla in una scuola Montessori, ma qui non ci sono.
Di dove siete? C'è anche da dire che le Montessori sono molto care,in compenso sono le più compatibili con la scuola pubblica e si può chiedere l'avvio di una sezione Montessori anche in una scuola tradizionale (pubblica o privata).
EliminaSono in provincia di Bologna e le poche opportunità sono distanti... ma mi piacerebbe muovermi per sensibilizzare il Comune del mio paese e chissà magari avviare un progetto per una sezione Montessori qui a San Giovanni... Incrociamo le dita :)
EliminaVolevo sapere com'era andata a finire l'epopea dell'asilo e con quella pazza della psicomotricista!
RispondiEliminaLeo comincerà a breve a andare in un asilo montessoriano, ti saprò dire, anche se per ora non mi son sembrate strapreparate ste educatrici, ma vabbè, testiamo prima di giudicare..Ora vado a sbirciare il blog sulla scuola libertaria!
Oh, ciao!!
RispondiEliminaTorniamo dal mare e la prima persona che incontriamo chi è?!? La psicomotricista, ovviamente!!
Reciproca glissata sugli argomenti di giugno, un mezzo sorriso e arrivederci a presto!
In quanto a noi, te lo racconto sul prossimo post!
Aspetto tue nuove sul Montessori Deutsch!