22 mesi + 5 giorni
Fotogramma tratto dal film Le quattro volte di M. Frammartino |
Siamo davvero fortunati!
Al bagno che frequentiamo, proprio di fianco al nostro
ombrellone, ci sono le prove concrete che la Resurrezione è verità. Maria
Montessori, con qualche acciacco, poverina, fa compagnia a Giuseppina Pizzigoni
che, sdraiata su un lettino, si gode i caldi raggi estivi. Poco lontano, Jean
Piaget e Rudolf Steiner si sono offerti di far da cavalieri alla Festa della
Birra alle sorelle Agazzi che si fanno aria, pudiche, con un ventaglio.
La compagnia dei più famosi pedagogisti ha sentenziato senza
appello che i bambini – di ogni età, sesso e razza e perfino religione – fanno
i capricci. E ahiahaiahahaahhhii!!! Anche Cico! Cico, anzi, è il re dei
capricciosi!
Lo guardo e davvero non assomiglia a una capra, a parte
quando è un po’ sudato che ha un certo odorino…
Capra?!?
Capra, capra!! Leggete qui!
CAPRICCIO: dallo spagnolo e portoghese capricho e dal francese caprice.
Voglia o idea, che ha del fantastico e dell’irragionevole, e
per lo più nasce in modo subitaneo, per leggerezza di natura o per poca
riflessione. Probabilmente da CAPRO, animale di bizzarra natura, di corto
cervello, ovvero come se dicesse cosa inattesa che balza dal cervello, quasi un
salto di capra.
[tratto da Dizionario Etimologico On Line]
A: Tesoro! Tesoro! Tesoroooo!!
Dove sei?
[nessuna risposta]
A: Amore, dove sei?
B: Mmmmhhh…
A: Eh?!? Cosa dici?… Dai vieni, è ora!
B: Lasciami finire prima qui.
A: Ah, eccoti! Puoi finire dopo. Dai, che
se no facciamo tardi.
B: E’ importante. Aspetta!
A: Ma su che è ora di uscire, ci aspettano
per cena e non siamo ancora pronti!
B: Preparati prima tu, intanto vado un po’
avanti.
A: Ogni volta la stessa storia: faremo
tardi ancora! Abbiamo già una pessima fama di ritardatari…
B: Che noiaaaa!! Un attimo!
A: Ma che un attimo, un attimo!! Subito
vuol dire subito e le otto sono le otto per una cena. Non le nove!
B: Non gridare così! Arrivo!
A: Ultimatum alla Terra: tra cinque minuti
io esco, se ci sei, bene! Se non ci sei, stai qui tutta la sera!
B: Ma io devo finireeee!!! Lo capisci sì o
no?!?
A: No che non lo capisco, non lo capisco
affatto! Hai avuto tutta la settimana per fare quello che volevi e adesso, per
una volta che abbiamo un appuntamento, devo aspettarti ancora!
B: Aaaahhhaaaahhhh!!!! E va bene, va
beneee!!! Vengo!! Ufffiiiii!!!
A: E non gridare! E non mettere il muso! I
soliti capricci! Lo sapevi che dovevamo uscire!!
[escono]
Chi sono A e B?
Probabilmente l’ultima battuta vi indurrà a pensare che A è
una mamma (o un papà) molto puntuale e B è suo figlio (o figlia) che sta
giocando e che non vuole smettere… cioè in poche parole sta opponendo
un’ostinata resistenza alle lecite richieste genitoriali. Insomma non vuole
uscire. Non adesso almeno. Non subito.
E se quell’aaaaaaahhhhaaaaahhh!!!! si interpretasse come uno
scoppio di pianto, potrebbe durare diversi minuti. Potrebbe provocare un’apnea
e poi uno svenimento. Uno spasmo affettivo, come si legge qui.
Quello che non mi convince affatto, come mamma di un Cico
molto affettivo, è che questi si possano etichettare come capricci, anzi come
Supercapricci, come si legge qui.
E che il massimo delle soluzioni possa essere quello di
ignorarli. Molto saggio, davvero!
Torniamo un attimo al dialogo.
Se A fosse un genitore, ma B non avesse 5 anni (dato che sa
già parlare), ma 16 e fosse uno studente che prepara l’interrogazione del
lunedì? Certo che non avrebbe uno spasmo affettivo, piuttosto manderebbe
“affettivamente-a-fan****” il suo genitore rompiscatole. Ma non si parlerebbe
comunque di capricci. E neanche di Supercapricci. E, con un po’ di esperienza
nel campo, mi verrebbe da dire che alla fine B la spunterebbe e se ne starebbe
a casa a studiare e a farsi i fatti suoi.
Mentre il cinquenne, in assenza di baby-sitter, non avrebbe
nessuna democratica possibilità di scelta. Seguirebbe i genitori e abbandonerebbe
il gioco che sta facendo.
Se vi dicessi che A è una moglie che sollecita il
marito B che sta ancora lavorando il sabato sera e, guardando l’ora, sa che
faranno tardi con gli amici?
Se vi dicessi che A è un marito che sollecita la moglie B
che, immersa nella lettura del suo romanzo preferito, non ne vuole sapere di
uscire prima di essere arrivata alla fine del capitolo?
Certamente, chiunque siano A e B da adulti, lo scambio
finale di battute ci fa pensare che A sia una persona molto nervosa e anche un
po’ opprimente. E forse non invidiamo B che lo/la ha sposato/a.
Se invece ammettiamo che B sia un bambino, allora A diventa
subito la persona che può permettersi qualsiasi richiesta, qualsiasi tono di
voce e qualsiasi maniera forte. E oltretutto può anche definire moralmente
sbagliata (un capriccio, appunto) una sterile protesta di un bambino cattivo e
poco collaborativo.
Meno male che quasi nessuno mette più in discussione che il
lavoro del bambino è il gioco! Il gioco, non il giocattolo! Dove il gioco è
qualsiasi attività in cui il bambino si impegna a fondo con la massima
attenzione e la massima volontà di apprendere: dal raccogliere sassi da terra
passando per il travaso della pasta cruda dal sacchetto al pavimento, per
arrivare infine allo svuotare i cassetti.
Se ci crediamo, forse dovremmo essere più rispettosi di un
essere umano che tutti i giorni, più volte al giorno, fa esattamente quello che
vogliamo noi. E, cosa ancor più degna di nota, lo fa pensando che siamo le
migliori persone del mondo, i suoi genitori, appunto.
E se B protestasse, debolmente o violentemente (come accade
con gli spasmi affettivi), sapremo comportarci in modo propositivo e non
impositivo?
Sarà meglio che cominciamo a pensarci subito, dato che, come
sospirano i miei pedagogisti della spiaggia, gli anni volano e non è così facile
gridare contro un adolescente più alto di noi.
Secondo me che un bambino decida di svenire è assurdo. I BAMBINI fanno i capricci ma Si può anche insegnare loro a farne meno. Spesso li fanno perché non trovano altro modo di esprimersi, mancandogli la padronanza linguistica e il controllo di sé. Si puo aiutarli, Con tanta pazienza e soprattutto non concedendo loro ciò che vogliono se esprimono la propria volontà mediante capriccio. I bambini hanno bisogno di tante piccole regole.
RispondiEliminaGrazie del tuo commento e della tua riflessione, caro/a Anonimo.
RispondiEliminaMi piace quello che dici rispetto al fare a meno dei capricci: in un libro che amo molto, l'autrice, Martha Welch, racconta che alcuni comportamenti che noi consideriamo scontati - come la proverbiale ostinazione dei bambini intorno ai 2 anni - non si manifestano nei figli di popolazioni che attuano per tradizione culturale comportamenti di stretto contatto psico-fisico.
anch'io voglio una capra... in insalata!
RispondiEliminaCara C. Sei un genio! A voce ti spiegherò perché. Stiamo tornando :-)
RispondiEliminaM.
Caro Anonimo M,
RispondiElimina;-)
addirittura un genio?!?
Che dire?
Grazie!
Buon rientro!!